EpigrafeM(onumentum) m(emoriae) Discolia Leucadio coniugi qui vixit annos sexagi[nt]a et dies duodecem benem[e]renti cum quo vixi annos triginta et duos et me[n]ses du[os quam post mor]tem ex[pol]iav[it frater tuus Eugen]nius [sic illi reddat Deus] e[t spiritus tuus qui me fecit sic nudam remanere infelicem memoriam] Monumento alla memoria. Io Discolia (offro) al meritevole marito Leucadio, che visse sessant'anni e dodici giorni, con il quale ho vissuto trentadue anni e due mesi, io che, dopo la (tua) morte, sono stata spogliata di ogni bene [da tuo fratello Euge]nio. [Così Dio e il tuo spirito ripaghino lui, che mi lasciò priva di tutto, con l'eredità di un'infelice ricordo]. Oggi in buona parte illeggibile ma nota grazie a una trascrizione rinascimentale, l'iscrizione, dalla struttura sintattica incerta, scolpisce nella pietra il ricordo delle pene di Discolia, divisa tra il rimpianto per il marito Leucadio e l'odio per il cognato Eugenio, colpevole di averla spogliata di ogni bene. In nome di un matrimonio durato trentadue anni, la donna chiede vendetta, con una violenta imprecazione, allo spirito del marito e con lui a Dio, per la sofferenza e le umiliazioni subite.

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Source	Politecnico di Milano - Computer Vision & Reverse Engineering Lab
Contacts	Gabriele GuidiResponsabile ScientificoPolitecnico di Milano - Dipartimento di Meccanica B221Via La MasaMilano20156Italia +390223997183gabriele.guidi@polimi.it
Copyright Credit Line	Comune di Milano
Europeana Rights	The Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication (CC0)
Materials	Marmo
Provenace	Civico Museo Archeologico di Milano
Heritage Asset Type	Epigrafe